Pages Menu
Categories Menu

Posted in Tra Forme e Colori

My baby book: il cuore in uno scatto

Intervista a Martyna Ball

di Sandra Di Vito

6

Nata a Cracovia e romana di adozione, Martyna ha fatto della sua passione per la fotografia, una nuova professione: la fotografa
familiare, figura specializzata in scatti a bambini, mamme in attesa e famiglie. Mamma molto attenta e sensibile di due splendidi bambini, è riuscita a diffondere la consuetudine di fissare in immagini i ricordi unici che ogni genitore conserva nel proprio intimo. Invitiamo le nostre lettrici a conoscerla più da vicino.
Martyna, fotografare è più una passione o un lavoro?
È un lavoro che è nato da una grande passione; trattandosi di un lavoro legato all’arte, non poteva essere diversamente. Ho sempre cercato, nei limiti delle mie capacità, di far trasparire la mia passione per l’arte dalle mie immagini.
Come è nata questa passione?
Da piccola amavo l’arte, il disegno e la pittura. Ricordo ancora la principessa che ho disegnato per la mia prima mostra da bambina. Poi crescendo, ho capito che solo con la pittura e il disegno non avrei potuto mantenermi, allora ho scelto la fotografia, coniugando la mia passione per l’arte con il bisogno di lavorare ed essere indipendente.
Ho frequentato un corso all’età di 20 anni e la grande svolta è avvenuta con internet, quando ho avuto la possibilità di vedere il lavoro di altri fotografi con grande facilità. Ho potuto imparare molto dal web e ho avuto anche l’opportunità di far conoscere il mio modo di lavorare e il mio stile.
Parlaci del tuo rapporto con i clienti.
Il mio rapporto con i clienti rientra nell’aspetto economico del mio lavoro, per questo è più difficile da gestire: richiede il contrario delle doti dell’artista. Cerco di seguire il mio istinto e di essere sempre me stessa, quindi metto il cuore anche nell’approccio con le persone; cerco di capire fino in fondo le loro necessità ed aspettative e noto che alla fine il risultato del mio lavoro è migliore, i clienti sono felici e soddisfatti di come andranno a spendere il proprio denaro.
Qual è la migliore forma di pubblicità?
I miei nuovi clienti arrivano quasi sempre con il passaparola o perché hanno ricevuto in regalo un servizio fotografico da una persona cara. Spesso vedono le immagini sul mio blog e sul profilo Facebook Mybabybook: come dicevo, internet è un ottimo canale per farsi conoscere, la diffusione è più ampia, le persone possono interagire, condividere, e il riscontro è praticamente immediato.
Perché hai scelto i bambini come soggetti?
Amo moltissimo i bambini e mi piace fare la mamma! Quando è nato mio figlio, mi sono resa conto che bisognava catturare gli istanti più belli e intensi in una foto. E’ il modo migliore per fermare il tempo e rivivere quei momenti speciali insieme a tuo figlio. Ho inoltre una particolare sensibilità per il problema dei bambini abbandonati, malati o in condizioni di povertà. Per questo voglio trasmettere la speranza e la positività di un bambino amato nelle mie immagini. E’ necessario testimoniare che esistono tante persone che si prendono cura dei bambini, che li amano e fanno di tutto per dare loro serenità e una famiglia felice.
La cosa più gratificante del mio lavoro è quella di entrare nell’intimità delle case delle persone e respirare tutto l’amore che provano per la loro creatura e documentarlo.
Quanto c’è della tua sensibilità di mamma nei tuoi scatti?
Un aspetto molto importante del mio lavoro è sapersi rapportare con le persone, farle sentire a proprio agio, creare l’atmosfera adatta per rendere il servizio fotografico spontaneo e naturale. La mia sensibilità di mamma mi aiuta a capire le esigenze dei neo-genitori e ad avere la delicatezza necessaria nello scattare delle fotografie ad un bimbo con pochi giorni di vita. Per i bambini più grandi invece, so come mamma che devo defilarmi, rendermi invisibile per cogliere i momenti più teneri che si creano quando un bimbo ha a disposizione un intero pomeriggio per giocare con i propri genitori.

Preferisci le immagini in bianco e nero o a colori?

Amo i colori, la realtà è a colori e il mondo dei bimbi non può che essere a colori! Opto invece per il bianco e nero quando voglio mettere in evidenza il particolare di una espressione: il sorriso di un bambino o la luce dei suoi occhi.

Può una macchina fotografica cogliere l’anima delle persone?

È il fotografo che coglie l’anima dei soggetti. E’ molto difficile, in quanto non conosci profondamente le persone nel loro intimo. In due ore ottengo tante belle immagini, ma se riesco a scattare la fotografia che racconta veramente quella persona e che va oltre, è una bella soddisfazione e il risultato ti cattura.

Riesci a conciliare il tuo lavoro con gli impegni familiari?
Organizzo il mio lavoro in modo da non togliere tempo ai miei bambini. La mattina è il momento migliore per organizzare i servizi, gestire il sito, il blog e rispondere alle mail dei miei clienti. Non prendo mai più di due appuntamenti a settimana per gli scatti; preferisco fare le cose con calma, curare molto il rapporto esclusivo che si viene a creare con i clienti, specialmente quando è il momento di scegliere le immagini insieme, quali stampe realizzare e come valorizzare le foto in casa. Tutte le fasi del mio lavoro sono importanti, per questo non riesco a delegare nulla e curo personalmente ogni aspetto.
Cosa ti sentiresti di consigliare alle donne che vogliono intraprendere questa attività?
Posso consigliare innanzitutto di partire dalla propria passione, di impegnarsi molto e di non pensare subito o unicamente alla fonte di guadagno. Se si intraprende questa attività perché si ama fotografare i bambini e le famiglie, si riesce a superare facilmente tutto lo stress della fase iniziale, compreso il grande impegno anche economico.
Hai l’abitudine di vendere i tuoi scatti a riviste o giornali?
Escludo ogni vendita delle immagini commissionate, in quanto comporterebbe un coinvolgimento sia personale che economico anche dei soggetti delle foto. Partecipo invece volentieri a mostre e a qualche concorso fotografico; questo fa piacere anche ai miei clienti. A Bologna durante un concorso in cui votava il pubblico, la mia foto di una bimba in bicicletta si è classificata al secondo posto con un voto di scarto dalla prima!