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Posted in Speciale Europa

Maternity package

Una tradizione che continua

di Carla Santoro

Carla Santoro, responsabile sezione Letteratura di Cultfinlandia.it

Carla Santoro, responsabile sezione Letteratura di Cultfinlandia.it

ll bellissimo reportage apparso sul magazine della BBC lo scorso luglio intitolato”Perchè i bambini finlandesi dormono in una scatola di cartone” ha fatto conoscere al pubblico inglese – e non solo! – una tradizione finlandese nata ormai da più di un quarto di secolo, e che racchiude diversi e fondamentali significati, primo fra tutti l’idea di eguaglianza e dell’importanza dei bambini. Era il 1937 quando venne approvata e promulgata la legge sulle sovvenzioni alla maternità: già dall’anno successivo vennero erogati i primi contributi. Se inizialmente la sovvenzione era prevista solo per le famiglie meno abbienti, dal 1949 il benefit venne esteso a tutte le neo-mamme finlandesi. L’introduzione della legge avvenne per ridurre l’alto tasso di mortalità infantile dell’epoca, spingendo le donne a rivolgersi alle strutture sanitarie. L’unico requisito per accedere alla sovvenzione era, ed è, quello di eseguire una visita medica prenatale prima del quarto mese di gravidanza.

Il primo obiettivo del maternity package, l’abbattimento del tasso della mortalità infantile è stato raggiunto con successo: quello finlandese è ora uno dei più bassi al mondo.

Le neo-mamme possono scegliere tra la scatola di cartone o una somma in denaro di 140 euro. La stragrande maggioranza delle donne sceglie la prima opzione. La scatola infatti rappresenta una tradizione e aprirla fa parte di un vero e proprio rito familiare, magari più femminile, ma è un rito che rinsalda il legame tra generazioni di donne, tra madri e figlie, “un rito di passaggio verso la maternità”.
Il contenuto della scatola varia di anno in anno, nei colori, nei disegni delle tutine e degli accessori; ma se si guarda all’evoluzione del kit dal 1937 ad oggi, è evidente che non solo la scatola è cambiata nel tempo, ma in un certo modo ha sottolineato e a volte precorso i cambiamenti avvenuti nella società in generale e in quella finlandese in particolare.
I primi kit contenevano, ad esempio tagli di stoffa, in quanto le mamme erano abituate a cucire i vestiti per i propri bambini; negli anni ’50 fecero la loro comparsa i primi vestitini già confezionati; nel 1969 furono introdotti i pannolini usa e getta, che però non hanno avuto lunga vita, in quanto nel 2000 sono stati nuovamente sostituiti dai pannolini di stoffa per motivi ecologico-ambientali (sic!). Così come sono stati eliminati dal kit biberon e ciucci vari, per far sì che la buona abitudine di allattare al seno sia sempre più diffusa e radicata. Visitare il sito di Kela (l’agenzia governativa finlandese preposta, tra le altre cose, anche alla distribuzione del maternity package) è una vera esperienza visiva: ci sono le foto della collezione 2013/2014 del kit, disponibile – si legge – fino alla prossima primavera.
Oltre al materassino grazie al quale la scatola si trasforma in un vero e proprio “lettino” di robusto cartone, troviamo lenzuolini, piumino e copripiumino, tutina da neve a cappellini vari, guantini, stivaletti, asciugamanini, forbicine per le unghie, spazzola e
spazzolino da denti, termometro per la temperatura del bagnetto, libro illustrato in lingua finlandese, svedese e tradotto il lingua sami(!) – parlata dalla minoranza lappone. Certo, perchè un bambino che sfoglia un libro da piccolo diventerà un buon lettore da grande!
E a proposito di lettori, eccomi qua, io, una italo-Onlandese, divoratrice di libri, anche se non ho mai ricevuto la scatola: alla mia nascita, infatti, i miei genitori vivevano già da qualche anno stabilmente in Italia…In realtà io, una scatola, alla nascita di mia figlia Alice l’ho ricevuta: conteneva un set di pannolini, un libro di puericultura (tra l’altro utilissimo) e salviettine umidificate. Era una scatola omaggio di una grande azienda…talmente piccola che neanche il mio gatto l’ha potuta usare come cuccia.